Quante gare, quanti ricordi, emozioni, avventure su quest’altopiano.
Tra le tante un ricordo chiaro e vivo datato 7 ottobre 2007 Campionati Italiani long di
MTBO a Lavarone. 9 anni fa …. e un conto in sospeso con la MTBO e l’Altopiano
di Lavarone.
In quel lontano giorno, una bella giornata autunnale, si è
consumato un mio piccolo dramma sportivo riassunto da una foto emblematica che
non riesco a trovare, ma mi vedeva a fine gara sul seggiolino dello zaino di Ori
affranto e demoralizzato al massimo.
Un titolo gettato alle ortiche alla prima lanterna dove
pascolo per 16 minuti, poi è tutto un susseguirsi di pedalate fatte con rabbia,
arrabbiature, rischiando il tutto per tutto alla ricerca del tempo perduto.
Forse potevo rientrare a podio, ma altri errori gravi mi
hanno relegato a metà classifica (vinceva Cantù Guido davanti al comasco
Scuratti e Farronato).
Domenica 9 ottobre 2016 e tutta un'altra storia.
Costa di Folgaria, carta di gara dove non ho mai pedalato,
ma ho vinto una O-Marathon nel lontano 2008 (un buon auspicio?); terreno con forti pendenze, poca rete di sentieri e centro abitato.
Il tempo è decisamente invernale e “deprimente”: nuvole
basse, tanta umidità, pioggerellina “british” e quattro gradi di temperatura.
In griglia sono tra i primi a partire e poi tutti dietro;
già questo mi mette un po di ansia.
La partenza è tutta in salita e a vista fino alla cima, dove uno
scollinamento fa perdere il contatto visivo con gli atleti.
Le lanterne in genere, non si trovano agli incroci o ai bivi
sentieri, ma spesso sono state posizionate a metà del sentiero (se prendevi quello
giusto): una difficoltà in più, ma una buona soluzione.
Fino alla terza tutto bene (agli split time sono primo, ma
con solo 4 secondi di vantaggio su Stefano).
Per la quattro occorre superare un profondo avvallamento e
decido di prenderla da sopra, ma sbaglio la stradina e cambio percorso al volo scendendo
alla strada asfaltata, per poi risalire. Il puntinato in discesa è da brividi, non scendo dalla bici,
ma procedo con estrema cautela una caduta qui avrebbe conseguenze fisiche
gravi. Risalgo al punto, ma so di averci lasciato tempo prezioso (sarà
un 1 minuto e 30 da Stefano) e poi giù a rotta di collo. Non vedo nessuno alle
mie spalle sono ancora in gara.
Inizia una tratta lunga con un sacco di stradine nel paese
sopra Folgaria, ma riesco a districarmi bene anche se la salita è da “fuori giri”
del motore (recupero però 30 secondi).
Per la otto preferisco la strada asfaltata, ma la pendenza è
così alta che spingo la bici a piedi…più avanti vedo un concorrente e mi pare di
distinguere il mio avversario Giorgio… mannaggia mi ha già preso 4 minuti e
adesso come faccio a staccarlo? La gara è andata…. spingo come un matto e lo supero…ma "tu non sei Giorgio!!!!".
Che sollievo allora tutto è ancora da giocarsi (intanto
riguadagno la prima posizione, stampando tre primi tempi).
Nelle tratte per la 12 e la 13 dò tutto perché penso che la gara finisca infatti vicino
alla 13 vedo il doppio cerchio dell’arrivo, invece è il punto spettacolo e poi
occorre fare un altro punto prima della 100 e del lungo rush finale.
Sono a terra, senza energie e anche il cervello comincia a
cedere, ma stringo i denti. Opto per la strada asfaltata, invece di rifare la salita della
partenza. Passo vicino al nostro albergo e poi diretto al punto; torno dalla stessa strada e per la stanchezza/fretta sbaglio strada.
Una rapida lettura e mi accorgo dell’errore. Giro la bici di 180 gradi e giù in discesa fino alla 100 dove trovo una piccola
rampettina che mi costringe ancora a terra a spingere la bici.
Prego che non
sia tutta così fino all’arrivo! Per fortuna diventa più pedalabile anche se il
fondo è molto pesante, ma arrivo al finish seduto in sella.
Non penso che a finire. Do tutto quello che mi rimane, non vorrei avere dei rimpianti (ieri per pochi secondi sono arrivato
secondo).
Il finale è da incorniciare perché ho ben quattro primi
tempi ed è qui che vinco la gara guadagnando ben 150 secondi su Stefano .
Una buona gara, ma ho il rimpianto per quella cattiva scelta
alla 4 e(sensazione giusta) e quella finale (dove invece ho torto come sensazione).
L’attesa è lunga e sono almeno altri due i pretendenti al
titolo: l’amico Stefano e Dario; ma arriva il verdetto finale sono il nuovo
Campione Italiano Long 2016 cat. M50 in MTBO.
Tecnica&statistiche
Grande lavoro da parte di Ivan (GRAZIE di CUORE) che non
solo a sistemato e disegnato parte della carta, fatto i percorsi e posato le
lanterne.
Secondo la mia idea la carta però era adatta soprattutto alla
categoria Elite (maschi) un po meno per le altre categorie se si parla di gara long
(vedere i ritirati e PM, le poche tratte lunghe e le molte volte a spingere la bici). Carta secondo adatta per una gara middle.
Nel 2007 i tempi ELITE dei vincitori erano molto più alti arrivano a quasi due ore di gara e ben più di 160 gli arrivati a fine gara.
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